ha aperto i battenti Zughé, Lavurè (in dialetto romagnolo, giocare… lavorare), una mostra che racconta il gioco e il giocattolo di bambini che, tanto tempo fa, erano impiegati nei lavori della costa. Le femmine sempre al fianco di madri, nonne e zie nelle faccende domestiche e nella produzione e riparazione di reti da pesca, i maschi nelle botteghe dei cordai oppure sulle barche a fare i mozzi. Povertà, sonno, freddo, fatica, e poi la guerra, la paura, la fame… In questo contesto emerge l’elemento del gioco come dimensione affascinante, selvaggia, avventurosa; il gioco come libertà e creatività, svolto negli scenari dei porti, delle piazze di paese, delle spiagge di una volta con dune e sterpaglie. Il giocattolo è creato dai bambini in tutto e per tutto, inventato e costruito da piccole mani esperte che cercano, scelgono e utilizzano i tesori regalati dal mare, gli strumenti del lavoro degli adulti, i (pochi) materiali di scarto, gli oggetti d’uso quotidiano. I bambini di ieri, che oggi hanno i capelli bianchi, hanno trasmesso in preziose interviste le loro memorie con parole semplici e toccanti. I bambini di oggi sono invitati a guardare, toccare, provare, giocare e inventare a loro volta.
La mostra si deve alla cura di Elisa Mazzoli (Testi di Testa a cura del Cuore, Cesenatico) e Roberto Papetti (Centro Gioco Natura Creatività La Lucertola, Ravenna). Entrambi da anni operano a contatto quotidiano con i bambini e credono fortemente nello strumento della narrazione come veicolo prezioso per la valorizzazione delle tradizioni popolari e dei beni culturali. I bambini non saranno però gli unici fruitori dell’allestimento e delle storie di Zughé, lavurè: anche gli adulti avranno modo di scoprire e riconoscere, ascoltare, ricordare, e raccontare ancora. La mostra vuole in effetti porsi in maniera aperta rispetto al territorio per accogliere spunti, testimonianze, impressioni che chiunque potrà appuntare e donare come patrimonio per una memoria collettiva.
Per i gruppi scolastici, su richiesta, la memoria verrà raccontata e rivissuta attraverso la mediazione degli operatori all’interno della mostra. Altrimenti sarà possibile visitare secondo un percorso soggettivo e indipendente le stanze di Zughé, lavurè.
Marco Paci, di Ravenna, si occupa di illustrazione e teatro. Sono sue le tavole originali esposte nell’allestimento.
Per info: Museo della Marineria, via Armellini 18 Cesenatico, tel. 0547/79205 fax 0547/79254
La mostra si deve alla cura di Elisa Mazzoli (Testi di Testa a cura del Cuore, Cesenatico) e Roberto Papetti (Centro Gioco Natura Creatività La Lucertola, Ravenna). Entrambi da anni operano a contatto quotidiano con i bambini e credono fortemente nello strumento della narrazione come veicolo prezioso per la valorizzazione delle tradizioni popolari e dei beni culturali. I bambini non saranno però gli unici fruitori dell’allestimento e delle storie di Zughé, lavurè: anche gli adulti avranno modo di scoprire e riconoscere, ascoltare, ricordare, e raccontare ancora. La mostra vuole in effetti porsi in maniera aperta rispetto al territorio per accogliere spunti, testimonianze, impressioni che chiunque potrà appuntare e donare come patrimonio per una memoria collettiva.
Per i gruppi scolastici, su richiesta, la memoria verrà raccontata e rivissuta attraverso la mediazione degli operatori all’interno della mostra. Altrimenti sarà possibile visitare secondo un percorso soggettivo e indipendente le stanze di Zughé, lavurè.
Marco Paci, di Ravenna, si occupa di illustrazione e teatro. Sono sue le tavole originali esposte nell’allestimento.
Per info: Museo della Marineria, via Armellini 18 Cesenatico, tel. 0547/79205 fax 0547/79254